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Castello Aragonese di Taranto (Italia)

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Il Castello di Taranto, chiamato Castel S. Angelo, è situato nei pressi di un'antica depressione naturale della rocca rocciosa sopra la quale sorge l'antico borgo della città e consiste essenzialmente in una ricostruzione aragonese di una precedente fortezza normanno-svevo-angioina costruita nel stesso punto ma con caratteristiche molto diverse.

Il castello medievale aveva infatti numerose torri alte e sottili e fu costruito su una precedente fortificazione bizantina che aveva le sue fondam ... enta poggianti su strutture risalenti al periodo greco (IV-III secolo a.c.). Il miglioramento dell'artiglieria nel quindicesimo secolo rese obsoleti i castelli medievali perché le loro pareti sottili non potevano più resistere contro i cannoni degli attaccanti né consentirne l'uso da parte dei difensori.

La conquista di Otranto da parte dei Turchi nel 1480 dimostrò chiaramente che questo tipo di fortificazione era ormai inadeguato. Il re di Napoli, Ferdinando d'Aragona, decise quindi di rafforzare le difese costiere del regno. In questo contesto, tra il 1487 e il 1492, il Castello di Taranto fu ricostruito seguendo forse il progetto specifico del grande architetto senese Francesco di Giorgio. Il nuovo castello aveva una forma vagamente reminiscente, quella di uno scorpione con cinque torri rotonde situate agli angoli dell'edificio. Queste torri più basse e più larghe delle precedenti, ricevettero il nome di S. Cristoforo, San Lorenzo e Sant'Angelo per i tre di fronte all'attuale corso d'acqua, mentre le due opposte dell'antico borgo si chiamavano Annunziata e Bandiera.

Torri e mura avevano la stessa altezza, 21 metri e quasi lo stesso spessore, circa 8 metri; tutte le torri avevano un diametro di 18 metri, tranne San Cristoforo che era largo 10 metri. Verso il Mar Grande, in accordo con il probabile progetto di Francesco di Giorgio, nel 1491 fu aggiunto un puntone triangolare (un vero prototipo del bastione del XVI secolo, erroneamente chiamato rivellino), per rafforzare il sipario meridionale e migliorare la capacità di difesa fiancheggiando l'accesso al fossato che è stato ampliato per collegare il Mar Grande con il Mar Piccolo. Le fortificazioni del XV secolo avevano elevate qualità estetiche ma una validità militare piuttosto effimera a causa del rapido progresso dell'artiglieria. Gli spagnoli, che succedettero agli aragonesi nel 1502, ampliarono le piattaforme di vetta per facilitare il movimento e l'uso dell'artiglieria.

Inoltre riempirono molte delle gallerie intramurali e le casematte superiori delle torri con la terra per rinforzarle e per ottenere posizioni per l'artiglieria sulla sommità delle torri. Nonostante gli interventi spagnoli, la fortezza perse progressivamente validità militare e, dopo aver svolto un ruolo fondamentale, in molte battaglie, respingendo in particolare l'assalto turco nel 1594, finì per essere usata come prigione e come caserma. Questo diverso utilizzo ha portato alla frammentazione delle sale interne con la chiusura di passaggi e corridoi. Oltre a ciò, l'aumento del fabbisogno residenziale combinato con il basso costo di intonaco e cemento, hanno portato all'utilizzo massiccio di questi materiali per rivestire pareti e pavimenti al fine di migliorare le condizioni igieniche. Il castello, tuttavia, rimase sostanzialmente intatto ad eccezione della torre di S. Angelo, demolita nel 1883 per fare spazio al ponte girevole.

Dal 2003, la Marina, custode del castello dal 1883, ha iniziato il sistematico restauro dell'interno della fortezza con l'obiettivo di riportarlo alla configurazione aragonese e di identificare le precedenti strutture greche, bizantine, normanne, sveve-angioine. Il restauro interno, effettuato dal personale della Marina, sotto la supervisione della Soprintendenza per i Beni Architettonici, consiste essenzialmente nella rimozione di intonaco e cemento per riportare in luce le superfici originali di pareti e pavimenti nella riapertura dei corridoi, stanze e passaggi, per ristabilire, inoltre, la permeabilità del castello e ripristinare la funzionalità dei vari elementi difensivi. Durante queste attività sono state scavate grandi quantità di terreno in collaborazione con l'Università di Bari, sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Archeologici, che ha portato alla scoperta di numerosi reperti di epoche diverse che coprono quasi tremila anni di storia.

Alcune immagini del castello

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Informazioni utili

Latitudine: 40.4726042
Longitudine: 17.2342388
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