Castello di Erice (Italia)
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Il Castello di Venere era anticamente collegato attraverso un ponte levatoio, lo stesso del quale fa menzione il geografo arabo Ibn-Giubayr (sec.XII), con le cosiddette Torri del Balio. Nel Castello dimorarono i maggiori rappresentanti dell’autorità regia fra cui il Castellano che amministrava la giustizia penale e che annoverava, tra i suoi compiti principali, la direzione del carcere e la manutenzione della fortezza il Bajulo che soprintendeva alla giustizia civile oltre che al controllo su ...
l pagamento delle tasse. L’area circostante il Castello assunse il nome di “Balio” proprio dalla figura del Bajulo del regno.
Quello che resta oggi dell’antica fortezza fu opera dei Normanni. Al suo interno sono stati rinvenuti - e, anche, purtroppo, perduti - elementi architettonici a supporto del percorso storico, essenzialmente riferibili alla ricostruzione medievale della fortezza, in cui erano stati riutilizzati anche frammenti dell'antichissimo santuario, e alla riedificazione del tempio in epoca romana.
IL GIARDINO E LE TORRI DEL BALIO
Dopo il definitivo decadimento dal ruolo di fortezza del castello, delle antiche torri normanne restavano soltanto ruderi e la spianata su cui i cartaginesi avevano eretto le prime fortificazioni era abbandonata all'incuria. Sul finire dell'Ottocento, il conte Agostino Pepoli concluse con l'amministrazione della città un accordo secondo il quale avrebbe bonificato a proprie spese l'intera area e ricostruito le torri, che sarebbero rimaste di sua proprietà. Risultati dell'intraprendenza del ricco e colto mecenate furono, dunque, la riedificazione della torre pentagonale, distrutta nel XV secolo, e della cortina merlata a protezione dell'area interna, nonché la realizzazione del giardino pubblico "all'inglese" del Balio. Quest'ultimo, insieme alla torretta che Pepoli fece costruire sul versante di nord-ovest della rupe del castello, - oggi, dopo anni di abbandono, in corso di restauro e destinata alla nuova funzionalità di "Osservatorio per la Pace" - è indiscutibilmente, uno dei simboli di Erice.